Farnia

Quercus robur, farnia

Albero a foglia caduca di prima grandezza conosciuto da millenni per le sue maestose dimensioni e portamento. Conosciuta per le sue foglie lobate e per la produzione di ghiande, le querce sono alberi diffusi nel bacino mediterraneo ma anche nell’Europa centrale dove, ancora oggi si trovano vaste foreste di querce.
Molto note sono le caratteristiche tecnologiche del legno da cui infatti si ricavano travi e legname in genere da costruzione, da pavimentazione e da coperture (“scandole”). Tale legname, infatti, oltre ad essere compatto e di facile lavorabilità, è caratterizzato dalla presenza dei tannini, sostanze che prolungano la durata conferendo notevole resistenza al marciume. Le doghe di farnia sono inoltre utilizzate per la costruzione delle botti (barrique) ed è nota la capacità di cedere sentori vanigliati al vino.
Un tempo le ghiande erano una importante fonte alimentare, sia per gli uomini (pane di ghiande) che, come noto, per gli animali. Altro prodotto della quercia sono le “galle”. Si definiscono galle le escrescenze, talvolta sferiche e legnose, talvolta soffici ed erbacee, prodotte dalla puntura di alcuni insetti che trasmettono sostanze che aumentano la proliferazione delle cellule vegetali. Si ricordano le galle utilizzate per ricavare i tannini e le tinture utili per la concia e la colorazione delle pelli. Altre galle, con consistenza spugnosa, venivano usate una volta secche nelle lampade come miccia.
Una grande farnia è un microcosmo di vita: la grande dimensione dei rami e la loro ampiezza, unita alla sua longevità, l’abbondanza di cibo che garantisce, la disponibilità di ombra e le cavità del tronco, consentono la vita di moltissime specie animali, dagli uccelli agli insetti ai piccoli roditori, dai funghi alle piante epifite.
Anche per la farnia è molto ricca sia la mitologia greca che quella romana. Da ricordare il mito di Demetra che nelle vesti di una ninfa (Nicippe) difese il bosco sacro a lei dedicato dai Pelasgi, da Erisittone che alla testa di un gruppo di compagni, iniziò ad abbattere le sacre querce. Egli fu condannato a soffrire perpetuamente la fame, pur se avesse mangiato.
Nella mitologia Norrena la quercia era dedicata a Thor, dio del tuono e della folgore. Le querce sono comunque presenti nelle mitologie Lituane, Estoni, Slave e Bielorusse…Nel calendario celtico la quercia dava il nome al mese in cui cadeva il solstizio d’estate.
Una leggenda sarda testimonia come il simbolo «paterno» e protettivo della quercia sia radicato nell'immaginario collettivo.
Un giorno il diavolo chiese a Dio di poter dominare qualcosa sulla terra. Il Signore rispose che avrebbe potuto dominare sui boschi ma solo quando tutti gli alberi fossero rimasti senza foglie. Gli alberi del bosco preoccupati chiesero consiglio alla grande quercia. Questa rispose loro che ci avrebbe pensato lei, avrebbe trattenuto le foglie, seppur secche, fino a quando le altre piante non avessero nuovamente germogliato. In questo modo nulla poté essere dominato in terra dal diavolo. (le querce, assieme ai carpini, trattengono le foglie sulla pianta finché le gemme non si ingrossano e, normalmente questo avviene in ritardo rispetto agli altri alberi).
È una pianta a crescita lenta ma molto longeva, si conoscono esemplari di circa 1000 anni di età, e l’esemplare più vecchio conosciuto supera i 1500 anni.

albero detto farnia