Cipresso

Cupressus sempervirens, cipresso comune, c. mediterraneo, c. toscano.

Albero facilmente riconoscibile per la sua forma allungata e per la sua elasticità caratterizzata da rami eretti e appressati. Diffuso in tutto il bacino del Mediterraneo, sembra abbia origini dall’Iran e dalle zone limitrofe, è probabilmente arrivato in Italia con i Fenici per scopo ornamentale.

Albero che mediamente arriva a 25-30 metri di altezza, può in realtà superare anche i 40 m. La sua tipica elasticità della chioma sopperisce un apparato radicale piuttosto ridotto in rapporto all’altezza dell’albero.

In funzione delle caratteristiche ornamentali sono state selezionate negli anni molte varietà con chioma particolarmente allungata e stretta (C. sempervirens ‘Pyramidalis’). Purtroppo, tali varietà, per quanto esteticamente interessanti, hanno il difetto di pretendere una manutenzione obbligata per le chiome che negli anni tendono a ripiegare qualche ramo verso il basso.

Albero caratterizzante il paesaggio toscano, in Italia fino a pochi anni fa era comunemente considerato “cimiteriale”. In antichità evocava il simbolo della fertilità probabilmente per la sua forma fallica. Era anche l’immagine dell’immortalità per le sue foglie sempreverdi e per il suo legno considerato “incorruttibile” nel quale si erano intagliati la freccia di Eros, lo scettro di Zeus e la mazza di Ercole. I persiani vi coglievano il simbolo vegetale del fuoco per la sua forma evocatrice della fiamma e sostenevano fosse il primo albero del paradiso.

A queste caratteristiche simboliche corrispondono quelle medicinali legate alle foglie e ai frutti. Essi contengono infatti, oltre che un elevato contenuto in tannino, un olio essenziale molto aromatico con il quale i Romani preparavano profumi.

La fama funeraria del cipresso è nata dai poeti greci e latini che lo consideravano l’albero dei defunti (Ovidio nelle Metamorfosi racconta del giovane Ciparisso che disperato per aver ucciso il suo cervo, invece di morire, il dio Apollo gli concede di essere trasformato in albero, il cipresso). Dai miti greci in avanti poeti e scrittori hanno poi sempre definito il cipresso come cupo e funereo, da Virgilio, all’epoca rinascimentale, al Foscolo nei Sepolcri.

Oggi fortunatamente il cipresso sta lentamente abbandonando il suo carattere cupo per diventare il simbolo della mediterraneità, del sole e del paesaggio ameno italiano. è un albero molto longevo, raggiunge infatti i 2000 anni di vita. 

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